V PARTE
RISULTATI OTTENIBILI
L'applicazione di concetti esistenziali rivolti all'interesse comune
consente di produrre risultati utili a tutta l'umanità e, in fondo
provoca quello stato evolutivo ininvolvibile del quale abbiamo già
parlato.
I risultati ottenibili attraverso quelle concezioni sono ricchezza,
autocoscienza, etica, forza, autodefinizione.
RICCHEZZA
Ricchezza è utilità universale, se la destinazione degli effetti è
universale.
Due sono i principi fondamentali che devono regolare il concetto
di ricchezza: la sua produzione e la sua destinazione.
La produzione di ricchezza è direttamente proporzionale al
razionale rapporto ed alla reale interdipendenza tra esigenze e
risultati, attraverso proposte e novità opportunamente organizzate.
La destinazione della ricchezza deve seguire una scala di priorità,
o meglio di prevalenze, in quanto si tratta di decidere sulla
destinazione di effetti.
Tali prevalenze possono essere proposte nell'ordine seguente:
soddisfazione di bisogni essenziali, appagamento di desideri
legittimi, reimpiego della ricchezza e produzione di nuovi effetti.
AUTOCOSCIENZA
Autocoscienza è relazione tra avere ed essere rispetto al tempo.
L'avere la possibilità di appagare bisogni e desideri individuali,
rinunciando agli eccessi, consente di conseguire la massima
consapevolezza del proprio essere, di immaginare la propria
origine e di vincere la paura accettando la nostra fine come un
fatto necessario teso a superare il disequilibrio che noi stessi,
finché esisterà il tempo, rappresentiamo.
Autocoscienza, quindi, come razionale rapporto tra avere ed
essere, come mezzo per conseguire salute mentale.
Non eccessi circa il ruolo dell'avere, causa di tutti i mali che, non
solo ragionevolmente, ma anche istintivamente, siamo tesi a
rifuggire, almeno quando vi siamo coinvolti in prima persona.
Fare la guerra in trincea o anche in volo, con il rischio di essere
colpiti, non è come farla dai campi di golf.
Non eccessi circa il ruolo dell'essere, che è causa di squilibrio tra
esigenze naturali e loro soddisfazioni, è causa, quindi, di povertà
che deriva soprattutto dall'ignoranza e dal rifiuto nei confronti del
lavoro.
È malato chi persegue lo scopo di avere per sé il massimo a tutti i
costi, ma è anche malato (è isterico) chi propone a se stesso e ad
altri, ad interi popoli, concetti di evoluzione spirituale avulsi da
qualsiasi regola di carattere fisico, biochimico o biologico.
E, per uno che attraverso il misticismo inventa le cose dal nulla,
dieci milioni di esseri umani muoiono di fame.
ETICA
Etica è il rapporto tra trasferibilità, utilità e ricettività.
Vediamo di spiegarci.
Un concetto ed un'azione sono maggiormente trasferibili se sono
maggiormente dimostrabili, nel senso che di essi è possibile
risalire alle cause effettive e percepire gli effetti prodotti.
Il passaggio dalla forza di trasferimento al grado di ricezione è
regolato dalle leggi naturali sulla utilità.
Quindi, tanto più un concetto ed un'azione sono veri, tanto più
sono utili, tanto più sono assimilabili.
Il dualismo tra ricchezza ed etica è risolvibile definitivamente
soltanto attraverso questo rapporto tra trasferibilità, utilità e
ricettività.
E deve essere risolto, altrimenti noi non facciamo altro che
ingenerare illusioni alle quali, naturalmente, non possono che
seguire profonde e sempre più incidenti delusioni.
FORZA
Forza è origine dell'evoluzione, in quanto origine della causa
dalla quale sono derivati gli eventi.
Nell'essere umano, la forza è concezione interiore delle proprie
personali capacità e consapevolezza del proprio grado di
potenziale incidenza sugli scenari.
L'espressione della forza, quindi, è ciò che rende "certamente" più
probabile un evento solo possibile.
Secondo questa concezione, quindi, dal momento che non esistono
sane esigenze la cui soluzione sia impossibile, noi dobbiamo dare
per scontato il principio secondo il quale l'individuo che muove da
corretti concetti esistenziali, non può non essere incidente su se
stesso e sugli altri, il che vale a dire che non può non essere
incidente sulla realtà effettiva.
AUTODEFINIZIONE
Autodefinizione è conoscenza del proprio ruolo, non di quello
immaginato, bensì dello stato reale delle cose percepite.
Questo è l'ultimo e forse il più importante risultato che si ottiene
vivendo secondo i concetti esistenziali che sono stati precisati.
È l'esatta consapevolezza del proprio ruolo, infatti, che può essere
causa decisiva di effetti evolutivi di portata mai neanche solo
immaginata.
Se noi consideriamo per un attimo gli effetti che hanno avuto
sull'umanità gli avanzamenti di carattere scientifico, la stragrande
maggioranza dei quali attiene alla soluzione dei problemi, quindi
una funzione molto probabile, ora possiamo immaginare la
valenza della conoscenza del nostro ruolo, come capacità di percezione
e di riconoscimento dei problemi che si scatenano nell'evoluzione
dell'energia dallo stato più semplice, in equilibrio
instabile, allo stato più complesso di equilibrio stabile.
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