XIV PARTE
CAMBIAMENTO
Se interessa, se riconosciamo i guai che stiamo combinando e
quelli che rischiamo di combinare continuando sulla strada intrapresa
da millenni, noi certamente dobbiamo cambiare.
Dobbiamo partire dall'esame più vero ed obiettivo della nostra
situazione attuale, discutere e definire gli obiettivi, poi accettare la
logica dei fatti.
Dobbiamo riformare noi stessi, le nostre strutture ed i nostri stati,
nell'interesse di tutti noi, di quelli che lo vogliono prima e quelli
che lo capiranno poco dopo.
Cercheremo il consenso di noi stessi, prima ancora di quello dei
popoli, nella convinzione che il male maggiore da combattere sta
dentro di noi, in quegli istinti atavici dai quali abbiamo avuto
origine e dei quali siamo evoluzione.
E le autorità dell'amore universale potranno essere i coordinatori
del cambiamento.
Quanto costerà?
Meno di quello che ci costa non cambiare, se abbiamo fatto nostro
il principio secondo il quale le azioni incidenti in modo
ininvolvibile sono utili, sono sempre più indispensabili.
Ma è necessaria un'origine nel cambiamento, è necessario il primo
effetto incidente che riorienti l'andamento degli eventi rispetto a
quello attuale.
Duemila anni fa, un uomo, raccogliendo gran parte della cultura
metafisica esistita fino a quel momento, ha inciso sulla concatenazione
allora esistente tra cause ed effetti ed ha rivoluzionato il
senso di esistere di gran parte dell'umanità.
E lo ha fatto indicando come scopo un premio dopo la morte.
Bisognerà, forse, che oggi un uomo od una donna, raccogliendo
tutta la cultura etica esistente, incida sugli eventi, come spinta
propulsiva originaria verso il cambiamento.
Allora, un uomo ha riscritto le nostre coscienze, ora un uomo
dovrà riscrivere la nostra storia futura.
Noi non penseremo al nostro fine ultimo come ad una chimera che
potranno vivere quelli che verranno dopo di noi; non solo al
nostro fine ultimo alla fine del tempo, ma al nostro ruolo attuale:
quello di essere con tutte le nostre forze felici.
Prosegui
Ritorna
|