PENTAKOS
1990
Rodolfo Marusi Guareschi

Autobiografia

Prefazione

Premessa

Introduzione

Lettura
Parte I
Leggi universali
Parte II
Proposta filosofica
Parte III
Caratteri delle proposta
Parte IV
Concetti esistenziali
Parte V
Risultati ottenibili
Parte VI
Fattori esistenziali
Parte VII
Rapporti sociali
Parte VIII
Rapporti civili
Parte IX
Sistema politico
Potere
Stato
Governo
Scelte
Parte X
Rapporti economici
Parte XI
Rapporti morali
Parte XII
Stato del mondo
Parte XIII
Progetto
Parte XIV
Cambiamento
Parte XV
Impero del bene
Epilogo
Glossario
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Parte IX
Sistema politico
Potere
Stato
Governo
Scelte

IX PARTE
SISTEMA POLITICO

Il sistema politico riguarda il governo dei rapporti civili approvati e condivisi dalla gente.

Riguarda il modo di attribuire il potere di governare e quello di verificarne gli effetti sui governati.

Il sistema politico ha come causa la necessità di organizzare le scelte dei popoli, come strumento l'esercizio del potere di governare, come obiettivo il benessere dei popoli.

È un problema, e come tale non può che essere percepito, riconosciuto, risolto, verificato.

Nell'affrontare il problema del sistema politico, bisogna tener conto delle priorità, degli obiettivi, degli effetti e degli ostacoli, bisogna produrre gli strumenti, impostare una strategia, adottare una prassi ed ottenere dei risultati concreti.

La percezione della necessità di un sistema politico deve riguardare tutti coloro che ne fanno parte e, più in generale, immaginando un sistema universale di riferimento, tutti i popoli di tutti i sistemi politici.

Tutti noi, quindi, più deboli o più forti, poveri o ricchi, dobbiamo percepire l'opportunità di avere un sistema politico al quale poter fare affidamento.

E si tratta di un problema il cui riconoscimento è prioritario rispetto al sistema economico ed anche rispetto a quello morale del quale, peraltro, il sistema politico diventa strumento.

L'obiettivo di un sistema politico non può che essere la realizzazione di stati sociali e civili idonei a produrre il massimo benessere possibile per ogni essere umano.

Gli effetti del sistema politico debbono essere quelli di promuovere, far crescere e consolidare le risorse, di governare l'organizzazione delle stesse e di stabilire i parametri di destinazione della ricchezza prodotta, in modo equo in relazione al rapporto tra lavoro, risorse impiegate, risultati individuali ottenibili.

Un sistema politico valido deve saper prevedere gli ostacoli che si frappongono oggettivamente tra la percezione dei problemi da risolvere e la realizzazione delle migliori soluzioni possibili, sempre considerando gli ostacoli non come effetto dell'esercizio del potere, bensì come situazione di disequilibrio (errori) da rimediare.

Quanto alla ricerca e produzione degli strumenti, è necessario avviare un trasferimento delle risorse, di tutte le risorse disponibili sulla Terra, in modo da assicurare ad ogni cittadino del mondo di poter essere libero di produrre ricchezza, nell'interesse proprio e nell'interesse comune.

Se da una parte parliamo di trasferimento globale delle risorse, dall'altra parte dobbiamo necessariamente parlare di strategia universale di impiego delle risorse, come sistema organizzato per la trasformazione di tutte le energie esistenti in effetti evolutivi.

La prassi di un tale sistema politico deve esprimere le azioni e le contro-reazioni tese a ricondurre le soluzioni adottate nell'ambito della strategia generale, anche e soprattutto quando le reazioni di alcuni derogano dai principi prescelti, con l'autorità che deriva ad un tale sistema dall'interesse di tutti, compresi coloro che tendono alla deroga.

Infine, ci devono essere dei risultati concreti, altrimenti significa che qualcosa, nel piano o nella strategia, si è sbagliato.

Se si è sbagliato il programma, bisogna correggerlo; se si è sbagliata la prassi, bisogna sostituire chi l'ha rappresentata.


Parte IX
Sistema politico
Potere
Stato
Governo
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POTERE

Il potere è espressione di due componenti fondamentali: la prima è quella che lo conferisce, la seconda è quella che lo esercita, nell'interesse di ambedue le componenti.

Il potere di conferire appartiene ai popoli, perché di essi, del loro benessere si tratta.

I popoli, mentre debbono autogovernarsi nell'ambito dei sistemi sociali e civili, non possono, dovendo produrre ricchezza, anche governare i sistemi politici.

Quindi devono farsi rappresentare, devono attribuire ad alcuni il potere di applicare le regole per comporre i conflitti: a questo deve servire il potere.

Chi è chiamato a gestire il potere, a sua volta, deve farlo con lo scopo di realizzare l'interesse comune dei popoli, accettando di essere messo in discussione dai popoli stessi.

Nessuno di noi può arrogarsi il diritto di agire con effetti sugli altri e, contemporaneamente, il diritto di giudicare, da solo, gli effetti che sono derivati agli altri.

Possiamo considerare chi gestisce il potere come un rappresentante dell'interesse comune della gente, il cui operato deve (deve, non può) essere verificato dalla gente.

E, tra la gente ed i propri rappresentanti, non ci debbono essere filtri, non apparati funzionali al perpetuarsi del potere dei rappresentanti.

Uno di noi si sente in grado di rappresentare gli interessi della gente?

Presenti un programma, precisi i problemi che intende risolvere, indichi le soluzioni, le discuta con la gente, le proponga come programma per la gente.

E se la gente, avendo ritenuto valido quel programma, gli darà l'incarico di coordinarne la realizzazione, faccia di tutto per provocare risultati concreti.

Infine, lasci libera la gente di revocargli l'incarico, se si fosse dimostrato incapace di svolgerlo.

La gente, tutti noi, siamo convinti delle scelte compiute al momento del conferimento dell'incarico, e siamolo anche quando si tratta di revocarlo!

Dobbiamo renderci conto che il motivo fondamentale per cui molti di noi non credono più di poter migliorare le cose, migliorando anche, quindi, i nostri rappresentanti, è l'effetto di aver delegato ad altri, segnatamente ai nostri rappresentanti, non solo l'esercizio del potere, ma anche quello della verifica.

Ed allora, se noi vogliamo vivere bene senza sopportare il sacrificio di preoccuparci di come funzioni quel sistema politico che ci governa, abbiamo sbagliato tutto.

I popoli che hanno vissuto le esperienze della democrazia fondata sui partiti e quelli che hanno vissuto esperienze di socialismo reale, si sono illusi di poter ottenere il loro massimo benessere o prevalentemente mediante il lavoro oppure prevalentemente mediante lo stato sociale.

È un errore. Il lavoro e lo stato sociale producono due effetti essenziali, la ricchezza per chi lavora e la sicurezza per chi vive in uno stato sociale di tipo assistenziale, ma non producono, non possono produrre l'effetto di risolvere i conflitti tra governanti e governati: questo tipo di conflitti può essere risolto soltanto da un sistema politico regolatore dei rapporti tra lavoro e, quindi, ricchezza e stato sociale.


Parte IX
Sistema politico
Potere
Stato
Governo
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STATO

Lo stato è l'istituzione che coordina i rapporti sociali e civili.

Orienta l'economia, sulla base delle reali esigenze dei popoli, tenendo conto del mercato mondiale.

Assicura il diritto ed il dovere al lavoro alla popolazione potenzialmente attiva.

Assicura la salute e promuove la formazione culturale, come fattore essenziale di sviluppo.

Coordina i rapporti tra le libertà individuali e gli interessi comuni.

Amministra la giustizia.

Provoca gli interventi strutturali, non solo nell'economia, ma anche nei settori dei servizi non produttivi ed in quello dell'assistenza.

Assicura l'ordine interno e partecipa alle iniziative internazionali.

Promuove o gestisce i servizi collettivi.

Lo stato è un'impresa che deve garantire i presupposti per produrre ricchezza.

Lo stato come impresa è costituito da esigenze (le risorse impiegate) e dalla loro copertura.


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GOVERNO

Il sistema politico deve essere governato. Si tratta di stabilire il metodo di governo.

Il governo di un sistema, in generale, deve essere funzionale ai risultati che si propongono coloro che fanno parte del sistema stesso.

Se parliamo di un sistema politico universale di riferimento, dobbiamo logicamente ricondurre nella stessa dimensione il metodo di governo.

Il governo del trasferimento e dell'organizzazione delle risorse, il governo della salute, il governo della conoscenza, il governo della produzione della ricchezza e della sua destinazione non possono che essere governi mondiali.

Non un governo mondiale, non uno stato mondiale, ma strutture di governo, con tutti i poteri necessari, per gestire ciascuno di questi grandi problemi che interessano tutta l'umanità.

Un unico governo mondiale prefigura un unico potere mondiale, che non può essere conferito, almeno oggi, direttamente dai popoli della Terra. A meno che un popolo della Terra non si arroghi da solo il diritto di governarla.

Invece, governi mondiali per singoli grandi problemi, dotati del potere necessario, possono essere utili, anzi indispensabili, per risolvere quei singoli grandi problemi comuni a tutta l'umanità.

Poi, risolti i grandi problemi, noi possiamo avere governi nazionali, regionali, provinciali, comunali, frazionali e soprattutto individuali.

Non avremo più ricorsi storici, perché raggiunto un determinato grado di evoluzione universale, non è più possibile tornare indietro.

I corsi ed i ricorsi storici, le grandi civiltà e la loro distruzione, sono l'effetto di conflitti tra stati, tra poteri di governo, non tra popoli.

Se noi risolviamo una volta per tutte i problemi della fame, della salute e della cultura, quali altri conflitti rimangono?

Rimangono gli eccessi che, peraltro, avremo provveduto a curare adeguatamente nell'ambito degli stessi sistemi civili. Gli eccessi sono insostenibili!

Non un nuovo ordine mondiale, dunque, strumentale a una parte dell'umanità, incapace, tra l'altro, di gestirlo, bensì alcuni governi mondiali, voluti dai popoli, possono costituire la soluzione finale delle controversie interstatali e dei conflitti internazionali.

Ipotizziamo, dunque:

- un governo mondiale per affrontare e risolvere problemi primari (alimentazione, salute, cultura, economia, giustizia);

- governi nazionali con il compito di coordinare le scelte dei rispettivi popoli;

- governi regionali con il compito di promuovere l'organizzazione dell'utilizzo delle risorse territoriali e di assicurare i servizi;

- governi locali ai quali affidare il compito di trasferire nelle rispettive zone le scelte mondiali e nazionali.

Questi centri di governo possono coesistere con funzioni reciprocamente integrative, senza sovrapposizioni di poteri, risolvendo così i conflitti interstatali, interregionali ed individuali.


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Sistema politico
Potere
Stato
Governo
Scelte

SCELTE

Cause dei governi sono le necessità di realizzare delle scelte decise dai popoli dei quali i governi stessi sono diretta emanazione.

Le scelte di governo devono riferirsi all'evoluzione dei problemi, attraverso tutte le fasi già precisate, che qui richiamiamo:

- indagine sulle reali esigenze della gente;

- percezione dei problemi, attraverso strumenti di ricezione delle aspettative dei popoli;

- riconoscimento dei problemi da parte dei popoli stessi;

- presentazione di ipotesi di soluzione alla gente;

- discussione delle ipotesi e degli effetti attesi con la gente;

- presentazione di piani contenenti la precisa indicazione dei problemi da risolvere, delle priorità da affrontare, delle soluzioni da adottare, dell'energia (risorse e lavoro) e del tempo necessari, delle prevalenze come rapporto tra gli effetti attesi;

- approvazione dei piani e dei programmi presentati, nonché delle persone alle quali viene demandato il compito di coordinarli;- realizzazione dei piani e dei programmi;

- verifica dei risultati e degli effetti ottenuti.


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