PENTAKOS
1990
Rodolfo Marusi Guareschi

Autobiografia

Prefazione

Premessa

Introduzione

Lettura
Parte I
Leggi universali
Parte II
Proposta filosofica
Parte III
Caratteri delle proposta
Parte IV
Concetti esistenziali
Parte V
Risultati ottenibili
Parte VI
Fattori esistenziali
Parte VII
Rapporti sociali
Parte VIII
Rapporti civili
Parte IX
Sistema politico
Parte X
Rapporti economici
Parte XI
Rapporti morali
Parte XII
Stato del mondo
Parte XIII
Progetto
Parte XIV
Cambiamento
Parte XV
Impero del bene
Epilogo
Glossario
Schema

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Parte XIII
Progetto

XIII PARTE
PROGETTO

Il nostro progetto scaturisce dalla percezione e dal riconoscimento dello stato attuale del mondo e delinea, prima di tutto, degli obiettivi.

Trasferiamo ai popoli poveri una parte della ricchezza prodotta dai più ricchi, fino a risolvere i problemi primari dell'alimentazione, della salute e della cultura.

Dimostriamo nei fatti, a noi stessi ed agli altri, gli effetti della mancata soluzione dei problemi relativi allo stato sociale.

Proponiamo alla gente, a tutti i popoli, norme universali di riferimento regolatrici dei diritti civili, omogeneizzando gli stati di diritto.

Utilizziamo le risorse disponibili in tutti i Paesi, destinandone gli effetti, cioè la ricchezza prodotta, e tutti quanti partecipano alla loro organizzazione ed al loro impiego.

Prendiamo il problema dell'alimentazione.

Facendo bene i conti risulta che con le attuali tecnologie 261 milioni di addetti all'agricoltura possono produrre cibo a sufficienza per tutta l'umanità.

Allora impostiamo un piano per l'alimentazione, mediante il quale in pochi anni risolviamo il problema.

Facciamolo, prima che gli affamati, spinti dall'istinto di sopravvivenza, non impostino un loro piano finalizzato ad ottenere, a tutti i costi, quello che noi, oggi, stiamo producendo.

Mettiamo in discussione i potenti, dobbiamo avere il coraggio di credere che la loro sostituzione possa modificare gli stati politici, chiediamo di verificare gli operati e di poter esaminare piani di sviluppo trasparenti e concreti.

I sistemi democratici sono compiuti allorché si adattano anch'essi alle situazioni.

Oggi non è ipotizzabile un governo del popolo mediante l'attribuzione del potere al popolo stesso.

Con tutte le complessità che ci siamo costruiti e che, comunque, ci servono, la gente sarebbe continuamente impegnata a decidere invece che a lavorare.

Ed allora progettiamo un sistema politico basato sul governo di alcuni capaci che:

- presentino al popolo i problemi percepiti affinché il popolo li riconosca;

- ipotizzino al popolo delle soluzioni;

- chiedano al popolo di integrare e discutere sui problemi e sulle soluzioni;

- definiscano i piani comprendenti problemi e soluzioni e chiedano questi il consenso;

- operino con lo scopo di realizzare gli obiettivi per i quali è stato concesso il consenso;

- accettino di essere verificati ed eventualmente avvicendati.

Ed i popoli che conferiscono il loro consenso, non dimentichino di verificare, di controllare. Continuamente ...

Nel loro stesso interesse.

Tracciamo le linee di un sistema morale basato sull'opportunità del bene e, su questo, enunciamo e costruiamo l'aspettativa alla felicità.

Certo, noi dobbiamo dire che tutti gli esseri umani hanno il diritto di essere felici, se lo vogliono, e non che solo alcuni popoli hanno questo diritto!

Dobbiamo smettere di fingere di non sapere o di non capire, dobbiamo avere il coraggio di guardarci negli occhi, nella consapevolezza di aver fatto tutto quanto è in nostro potere per noi stessi e per tutti gli altri.


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