XIII PARTE
PROGETTO
Il nostro progetto scaturisce dalla percezione e dal riconoscimento
dello stato attuale del mondo e delinea, prima di tutto, degli
obiettivi.
Trasferiamo ai popoli poveri una parte della ricchezza prodotta
dai più ricchi, fino a risolvere i problemi primari dell'alimentazione,
della salute e della cultura.
Dimostriamo nei fatti, a noi stessi ed agli altri, gli effetti della
mancata soluzione dei problemi relativi allo stato sociale.
Proponiamo alla gente, a tutti i popoli, norme universali di riferimento
regolatrici dei diritti civili, omogeneizzando gli stati di
diritto.
Utilizziamo le risorse disponibili in tutti i Paesi, destinandone gli
effetti, cioè la ricchezza prodotta, e tutti quanti partecipano alla
loro organizzazione ed al loro impiego.
Prendiamo il problema dell'alimentazione.
Facendo bene i conti risulta che con le attuali tecnologie 261
milioni di addetti all'agricoltura possono produrre cibo a
sufficienza per tutta l'umanità.
Allora impostiamo un piano per l'alimentazione, mediante il
quale in pochi anni risolviamo il problema.
Facciamolo, prima che gli affamati, spinti dall'istinto di
sopravvivenza, non impostino un loro piano finalizzato ad
ottenere, a tutti i costi, quello che noi, oggi, stiamo producendo.
Mettiamo in discussione i potenti, dobbiamo avere il coraggio di
credere che la loro sostituzione possa modificare gli stati politici,
chiediamo di verificare gli operati e di poter esaminare piani di
sviluppo trasparenti e concreti.
I sistemi democratici sono compiuti allorché si adattano anch'essi
alle situazioni.
Oggi non è ipotizzabile un governo del popolo mediante l'attribuzione
del potere al popolo stesso.
Con tutte le complessità che ci siamo costruiti e che, comunque, ci
servono, la gente sarebbe continuamente impegnata a decidere
invece che a lavorare.
Ed allora progettiamo un sistema politico basato sul governo di
alcuni capaci che:
- presentino al popolo i problemi percepiti affinché il popolo li
riconosca;
- ipotizzino al popolo delle soluzioni;
- chiedano al popolo di integrare e discutere sui problemi e sulle
soluzioni;
- definiscano i piani comprendenti problemi e soluzioni e chiedano
questi il consenso;
- operino con lo scopo di realizzare gli obiettivi per i quali è stato
concesso il consenso;
- accettino di essere verificati ed eventualmente avvicendati.
Ed i popoli che conferiscono il loro consenso, non dimentichino di
verificare, di controllare. Continuamente ...
Nel loro stesso interesse.
Tracciamo le linee di un sistema morale basato sull'opportunità
del bene e, su questo, enunciamo e costruiamo l'aspettativa alla
felicità.
Certo, noi dobbiamo dire che tutti gli esseri umani hanno il diritto
di essere felici, se lo vogliono, e non che solo alcuni popoli hanno
questo diritto!
Dobbiamo smettere di fingere di non sapere o di non capire,
dobbiamo avere il coraggio di guardarci negli occhi, nella consapevolezza
di aver fatto tutto quanto è in nostro potere per noi
stessi e per tutti gli altri.
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